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La Bugia del Data Presunta del Parto

6/6/2014

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Siamo cosi' sicuri della durata della gravidanza che non pensiamo nemmeno di chiederci da dove vengono questi numeri e perche'. Chi ha deciso che la gravidanza dura 40 settimane?  La "data prevista" che ci viene fornita durante la prima visita prenatale è basata su queste 40 settimane e noi ovviamente la attendiamo con grande ansia. Se dopo questa magico giorno siamo ancora incinte, siamo "fuori termine" e da questo momento ogni giorno in più sembra non passare mai. Il problema di questa teoria della DPP a 40 settimane è che non si basa su fatti accertati, ma è solamente uno dei tanti miti relativi alla gravidanza e al parto che con il passare degli anni si è trasformato in uno standard accettato e riconosciuto soltanto perché "si è sempre fatto così".      

La follia della regola di Naegele

La data del parto a 40 settimane è basata sulla regola di Naegele. Questa teoria fu elaborata dal botanico Harmanni Boerhaave che nel 1744 trovò un metodo per calcolare la DPP basandosi sulla prova che nella Bibbia la gestazione umana dura circa 10 mesi lunari. Questa metodologia venne diffusa intorno al 1812 dal ginecologo tedesco Franz Naegele e da allora è diventata la regola per calcolare la data del parto. C'è però un difetto evidente nella regola di Naegele. Volendo essere rigorosi, un mese lunare (o sinodico - da luna nuova a luna nuova) dura in realtà 29,53 giorni, pertanto 10 mesi lunari sono circa 295 giorni, cioè 15 giorni in più rispetto alla gestazione di 280 giorni che crediamo sia quella regolare.  Infatti, senza alcun tipo di intervento, il 50-80% delle madri partorirà dopo le 40 settimane.  

Variazioni nella lunghezza del ciclo

A parte il grave errore nel calcolo della data del parto  basandosi sul mese lunare, c’è anche un altro problema abbastanza comune associato alla formulazione della DPP di una donna: la lunghezza della gestazione è di solito calcolata su un ciclo di 28 giorni, ma non tutte le donne hanno un ciclo di 28 giorni. Alcune donne hanno un ciclo più lungo e altre un ciclo più breve, ed anche quelle che hanno un ciclo di 28 giorni non sempre hanno l’ovulazione esattamente il 14 di ogni mese. Se per esempio una donna incinta ha un ciclo decisamente più lungo e subisce l’induzione del parto perché la sua DPP è calcolata in base all’ultima mestruazione, allora il neonato potrebbe nascere prematuro, con tutti i rischi che questo comporta.

L’imprecisione dell’ecografia

Primo trimestre: 7 giorni

14 - 20 settimane: 10 giorni

21 - 30 settimane: 14 giorni

31 - 42 settimane: 21 giorni

Calcolare una DPP accurata

Alcune recenti ricerche offrono un metodo più accurato per calcolare la lunghezza della gestazione. Nel 1990 Mittendorf et Al. hanno realizzato uno studio per calcolare la durata media della gravidanza umana priva di complicazioni. Hanno scoperto che per le donne al primo figlio (primipare) la gravidanza aveva  una durata media di  288 giorni (41  settimane e 1 giorno).  Per le donne multipare, che cioè avevano già portato a termine una o più gravidanze, la durata della gestazione era di 283 giorni o 40 settimane e  3 giorni. Per calcolare facilmente la DPP con questa formula, una primipara dovrebbe prendere la data dell’ultima mestruazione, sottrarre 3 mesi e poi aggiungere 15 giorni. Le multipare dovrebbero sempre prendere la data dell’ultima mestruazione, sottrarre tre mesi ed aggiungere 10 giorni. Il modo migliore per stabilire una DPP accurata, indipendentemente dal metodo di calcolo che si utilizza, è tenere sotto controllo il  ciclo in modo da sapere il giorno della ovulazione. Ci sono alcuni programmi disponibili online che servono proprio a questo (consultate i link nella sezione risorse). La Couple to Couple League offre anche corsi su come monitorare il proprio ciclo. 

ACOG e le gravidanze oltre il termine

Una delle cose più importanti da sapere durante la gestazione è che la ACOG (American College of Obstetricians and Gynecologists) sconsiglia, in una gravidanza normale, qualsiasi intervento prima del completamento di 42 settimane. Per questo è così importante conoscere la vera data del concepimento e la DPP.  Se subite delle pressioni per indurre il parto utilizzate le raccomandazioni della ACOG e ribadite ai medici e alle ostetriche la  data del parto calcolata in base al vostro ciclo. Questo sarà di aiuto a voi ed al vostro bambino e vi eviterà inutili traumi durante il travaglio e il parto. Ricordatevi, i bambini non conoscono i calendari, arrivano quando è il loro momento e di solito lo fanno senza alcuna complicazione se aspettiamo l’istante in cui sono pronti per nascere. 

Fonti: 
Mittendorf, R. et al., "The length of uncomplicated human gestation," OB/GYN, Vol. 75, No., 6 Giugno, 1990, pp. 907-932. 
A
COG Practice Bulletin #55: Clinical Management of Post-term Pregnancy

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I Nove Chakra Della Creazione

6/6/2014

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I Nove Diritti Umani di Base e i Nove Chakra della Creazione     
Immaginati trasformata in un albero della vita che affonda le proprie radici in profondità nella Madre Terra, raggiunge i cieli con i suoi rami, e impiega tutto ciò a sua disposizione per fiorire e creare il frutto fertile che imita il ciclo eterno di  di trasformazione tra nascita del nuovo, morte del passato e rigenerazione nel presente. Attraverso l'uso dei nove passi imparerai:

  • Come la tua storia e i percorsi che hai seguito in passato influenzino le tue azioni presenti.
  • Come funziona la tua mente e ciò che si trova lungo il percorso che porta alla realizzazion dei tuoi obiettivi.
  •  Come abbracciare il potere del tuo intuito che risiede nel tuo ventre e come ascoltarlo e fidarsi d'esso.
  • Come guarire il dolore passato correlato al tuo grembo e portare alla luce ciò che è oscuro.
  • Come imbrigliare il potere della manifestazione.
  •  Come usare il nuovo potere del tuo grembo per agire.


Il diritto ad essere qui - Primo Chakra
Il nostro primo obiettivo è entrare in contatto con le nostre radici e con la nostra connessione ancestrale con l'Uterus Mundi, muovendoci lungo il concetto di Anima Mundi. Secondo numerose scuole di pensiero, questa è la connessione intrinseca tra tutte le creature viventi sul pianeta. Riconosciamo il nostro passato, la nostra tribù, e guariamo la nostra storia per lasciare andare le cose trascorse. Impariamo come prenderci cura delle nostre radici, rafforzando il nostro diritto ad essere qui.

  
Il diritto a provare e il diritto a volere - Secondo Chakra
Questa è la culla fisica del grembo. E' il centro della nostra creatività, e delle nostre relazioni con l'altro. Qui è dove la nostra autostima è radicata in profondità. Qui scopriamo e venivamo faccia a faccia con ogni contaminazione del grembo, sia esso nostro o di altre donne. Qui ci ergiamo per il nostro diritto a dire no, a mettere in dubbio ciò che è percepito come autorità, di agire per noi stesse e per il diritto delle nostre sorelle/madri/figlie a un grembo inviolato.

Il diritto ad agire - Terzo Chakra  
Il terzo chakra è considerato il centro di vitalità, energia, forza di volontà, di azione e realizzazione. Qui impariamo a compiere azioni di auto-potenziamento, auto-comprensione, e auto-conoscenza.

 
Il diritto ad amare ed essere amate - Quarto Chakra  
Il quarto chakra è l'energia di Venere, dell'amore per sè, della compassione per sè, e insieme dell'amore e compassione per gli altri. La voce del cuore è una delle voci della nostra anima e quando restiamo quiete e ascoltiamo con attenzione possiamo sentire ciò che il nostro cuore desidera davvero.

Il diritto a dire la verità - Quinto Chakra
Questo chakra riguarda l'onestà. La nostra anima ascolta con attenzione le nostre parole e la loro relazione con le nostre intenzioni, come pure con le nostre azioni. Nel quinto chakra impari come le tue parole siano una moneta e come spendere e distribuire la  ricchezza che rappresentano.

Il diritto a vedere e conoscere la verità - Sesto Chakra  
L'energia del terzo occhio ci guida alla saggezza e alla realizzazione che noi plasmiamo la nostra realtà. Visione e consapevolezza sono intrecciati alle nostre intenzioni. Qui, l'immagine del corpo è inoltre esplorata. Esploriamo ciò che vediamo e come vediamo noi stesse. Impostiamo intenzioni chiare e realistiche e le seguiamo.

Il diritto a conoscere - Settimo Chakra   
Nel tuo settimo chakra sei diretta ad aprirti al messaggio divino che riceverai. Qui approfondisci la pratica della meditazione e della preghiera, domandando il volere divino per te e per la tua vita. Questo è il portale attraverso cui la mente divina entra nel tuo corpo. Questo è il portale attraverso il quale manifestare i desideri del tuo grembo.

Il diritto al tuo Potere Divino - Ottavo Chakra  
Liberata dal peso degli ostacoli in tutti gli altri chakra, questo afferma il tuo diritto agli infiniti poteri divini, mostrandoti come manifestare ciò che ti appartiene per diritto divino. Qui impariamo come danzare con le nostre ombre, abbracciando e imbrigliando il loro potere per consentirci una trasformazione spirituale. Quando impariamo a prestare attenzione ai nostri sogni, plasmiamo una via d'accesso alla nostra saggezza interiore.

Il diritto ad essere uno con il miracoloso - Nono Chakra
Il tempo è giunto, gli strumenti appresi, e la chiarezza d'intenti ottenuta. E' tempo di gratitudine e presenza. Essere una con il "Creatore" richiede integrità e saggezza interiore. Il ciclo si completa e ritorniamo al grembo Universale, pronte a generare un nuovo sé.

A seguito della pubblicazione del mio libro Painless Childbirth nel 2008 ho cominciato a tenere seminari in tutto il mondo, usando uno strumento di auto-scoperta chiamato i Nove Diritti Umani di Base e i Nove Chakra della Creazione. Fin dalla primissima seduta che abbia mai offerto ho potuto imparare un'importante lezione: le portatrici di grembo guariscono attraverso i sentimenti; nello specifico sentimenti viscerali (sentimenti-del-grembo) e supporto sia fisico che emotivo da altre donne (levatrici spirituali). Tutto questo trascende i concetti di pensiero e processo logico.

Con mio grande piacere, donne da tutto il mondo - compresi Stati Uniti, Australia, Giappone, Italia, Cina e paesi europei e indonesiani - si iscrivevano ai miei seminari, offrendomi una grande varietà di prospettive. Vi erano donne giovani, sia gravide che desiderose di diventarlo, che speravano di guarire ancora prima del concepimento, e donne più anziane che non avevano mai avuto bambini, che non potevano portare a termine una gravidanza, o erano in menopausa. Vi erano donne con terribili storie di nascite funestate da abusi e interventi medici non richiesti, e alcune che avevano sperimentato ripetuti parti cesarei e si sentivano deprivate e ferite da tali ricordi. Vi erano levatrici e ostetriche, sostenitrici dei diritti delle donne e terapiste. Erano state tutte attratte dal desiderio di intraprendere un viaggio interiore per guarire il proprio io, scoprire o rafforzare il proprio percorso di vita, e fare tutto questo con un gruppo di donne solidali.  

In questi seminari parlavamo di ascoltare le nostre voci interiori e di prestare attenzione ai loro suggerimenti. Arrivati all'argomento dell'ascolto, si levavano alcune domande pressanti, tra le quali: Come distinguiamo i messaggi che arrivano dallo spirito divino, amorevole e sostentatore, da quelli che arrivano da voci che pure sembrano logiche, e suonano giudicatrici e rimproveranti? In sostanza, come sappiamo se i sentimenti viscerali che proviamo sono qualcosa che dovremmo seguire o meno? Per trovare queste risposte, cominciammo ad osservare i diversi messaggi che ricevevamo e a dividerli in due gruppi. Il primo gruppo comprendeva quelli che sembravano duri, sminuenti e giudicatori. Il secondo gruppo comprendeva quelli che potevano sembrare improbabili, ma erano sempre esaltanti, amorevoli e pieni di attenzioni.

Da qui, le cose cominciarono ad evolversi.  Cominciammo a notare che alcune di noi ricevevano messaggi del tipo lista di cose da fare, e all'opposto, altre ricevevano liste di cose da non fare o che non voglio fare come messaggi. Decidemmo che lo Spirito Divino non avrebbe comunicato attraverso liste di cose da fare o da non fare.  Il parallelo buono-contro-cattivo è ancora in qualche modo limitante e umano. Inoltre, decidemmo che sarebbe stato meglio liberarsi delle parole vere e proprie per sintonizzarci sui sentimenti sperimentati durante l'ascolto dei messaggi. Se il sentimento provato era di natura positiva, risolvemmo che doveva giungere da ispirazione Divina. D'altro canto, se il messaggio ci faceva provare vergogna o ansia, se ci faceva sentire sminuite o soverchiate, non era la nostra pancia a parlare. Era la nostra mente, riempita di un mucchio di giudizi oscuri provenienti dalle nostre esperienze negative passate. Lasciate che ne dia un esempio:  

Un giorno una donna sulla cinquantina sentì un messaggio che diceva danza. Fu immediatamente sommersa dalla gioia, eppure quasi contemporaneamente udì una voce che diceva qualcosa come: "Sei troppo vecchia per certe cose, non puoi essere una ballerina alla tua età. Ti stai solo mettendo in imbarazzo. Non puoi farti una vita facendo quello; ti farai del male facendolo. Che idea sciocca!". A questo punto suggerimmo che abbandonasse ogni parola e che semplicemente esplorasse il sentimento che l'azione didanzare le ispirava. Se il sentimento era irresistibilmente positivo, decidemmo che - aldilà di ogni logica - danzare sarebbe stato ciò che avrebbe fatto. Era possibile che attraverso la danza sarebbe stata ispirata a scoprire ancora di più circa il suo vero percorso. Oggi, è una meravigliosa ballerina che usa tale mezzo per meditare ed è una life-coach di successo. La danza, e una disponibilità ad accettare i suoi sentimenti interiori positivi, le hanno completamente cambiato la vita.

Decidemmo che, se avessimo seguito i nostri sentimenti invece della logica, avremmo potuto individuare una serie di idee - da me pensate come semi di auto-conoscenza. Se piantati in terreno fertile e adeguatamente curati, sarebbero cresciuti a rivelare il nostro vero percorso, e il significato delle nostre vite.

Una volta stabilito un sano livello di intimità e libertà d'espressione, emersero altre domande: Come possiamo zittire le voci che vogliono abbatterci e sono d'intralcio ai desideri del nostro cuore? E ancora, alcune di noi domandavano, Possiamo abbandonare l'eredità delle nostre famiglie e tribù, fatta di giudizi, paure e dolore, e allo stesso tempo abbracciare ciò che di buono viene dal nostro passato rimanendo individui completamente indipendenti?  Personalmente, mi chiedevo; Abbiamo il diritto di ottenere non solo serenità, ma anche successo e indipendenza? Possiamo trovare il modo in cui donare e ricevere amore, o migliorare quello che proviamo, e avere una relazione forte con il Divino? Una donna preoccupata dalla storia di cancro della propria madre chiese,Possiamo raggiungere ciò che sembra un traguardo impossibile, modificare la nostra eredità genetica, e avere la salute e il corpo che vogliamo?

Ci risolvemmo di ascoltare i sentimenti che sorgevano mentre praticavamo yoga, danza, meditazione, rituali e cerimonie in stile tenda rossa. Avremmo scelto quei messaggi avvertiti come buoni e positivi, e li avremmo raccolti come sementi da piantare in terreno fertile, annotandoli sui nostri diari. Una volta identificati i desideri dei nostri cuori, avevamo bisogno di trovare un posto in cui piantare i nostri piccoli semi, un posto lontano dal nostro intelletto e da tutti quei ragionamenti apparentemente logici sul perché non fosse una buona idea coltivare tali semi.  Fu allora che arrivammo a un'incredibile svolta. Quali donne, disponiamo di questo eccezionale organo, il grembo. Può letteralmente far nascere un nuovo essere umano, perciò cominciai a porre una nuova domanda: E se piantassimo i nostri semi nel grembo, per lasciarli crescere da lì? E' possibile usare il nostro grembo ogni volta che vogliamo, per creare qualcosa di nuovo nelle nostre vite?  Eccitate, ritornammo alla lavagna per approfondire la nostra conoscenza del grembo. Ecco una lista di definizioni di grembo da donne provenienti da tutto il mondo:  

  •  Il nostro grembo porta avanti la vita a tutti i livelli di corpo, mente e spirito. In lui vi è un guaritore, un consigliere, un confidente, un saggio, un intraprendente, e un artista.
  •  Ogni faccia e sfaccettatura del nostro essere ha radici nel grembo, rendendolo il dominio logico del nostro processo di guarigione.
  •  Il nostro grembo è la differenza che ci definisce e rende in vantaggio.
  • Il nostro grembo è la sede del nostro essere, la nostra prima scintilla creativa, il luogo di assoluta presenza e potere divini, uno spazio sacro, una soglia e un portale. 
  • Autostima e grembo sono sinonimi l'una dell'altro.
  •  Il grembo è la camera ideale in cui contenere e trasformare le energie negative e dannose, eliminando ogni negatività.
  • Il grembo conosce e capisce la vera essenza di colei che voi siete nate per essere. Desidera che vi ricordiate di entrare in contatto con la Madre Universale. Gioisce nel "adesso" eterno dello spirito divino.
  • Il grembo è la fonte della forza più profonda di una donna.
  •  Il grembo è non solo il luogo della creazione fisica, ma anche della nostra espressione creativa.
  • Nel nostro grembo nascono idee; sono i nostri sentimenti viscerali che ci dicono di fare qualcosa, di seguire un'intuizione particolare, di cambiare la nostra carriera, o di lanciarci in una nuova impresa.
  • Se il nostro grembo/autostima non è guarito l'idea può sorgere, ma l'azione non la seguirà.
  •  Il nostro grembo brama amore guaritore. Ha conosciuto dolore in varie forme. Sa che le cure amorevoli sono catalizzatori per diventare completi.
 

Un comune denominatore cominciò a emergere e fu chiaro che era necessario guarire il grembo e il dolore che è a volte associato ad esso. Quest'idea di guarire il grembo e del suo potere continuava a riemergere. Dalla lista delle definizioni, divenne ovvio che era giunto il momento di riprenderci il potere del nostro grembo attraverso la guarigione e la comprensione del suo potenziale, così come abbracciando la sua capacità di creare e manifestare la vita che meritiamo e desideriamo. In questo libro, mostrerò come il grembo sia la culla fisica dell'anima, e come dal momento in cui il ciclo comincia, il tuo corpo abbia attirato la tua attenzione verso questo luogo speciale, marcandoti con il sangue sacro che ti rende ciò che sei - una donna, creatrice, custode, e nutrice della nostra specie. Il tuo appuntamento mensile con il grembo è stato designato per mostrarti le fasi di creazione, nutrimento, morte e rigenerazione che imitano il ciclo di vita e morte dell'intero Universo. Il tuo grembo genera bambini allo stesso modo in cui genera potenziale spirituale femminile, guarigione personale, e l'abilità di relazionarsi al più profondo livello di intimità.

Ti invito a coltivare relazioni di sostegno con donne solidali. Unisciti a uno dei nostri seminari, crea un'associazione di donne. Gli scienziati ipotizzano che uscire con i nostri amici possa effettivamente combattere il genere di stress da tremore-di-stomaco che la maggior parte di noi sperimenta quotidianamente. I ricercatori alla Brigham Young University hanno studiato un campione di adulti sani su un periodo di oltre sette anni e mezzo, scoprendo che coloro con relazioni significative (non per forza intime) vantavano una percentuale di sopravvivenza più alta del 50%.

Vieni in Italia a riscoprire i tuoi diritti

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Practicing Elimination Communication

6/1/2014

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Elimination Communication, Infant Potty Training, Natural Infant Hygiene, Potty Whispering...whatever you choose to call it, it all refers to the modern adaption of an ancient method of childcare. Traditionally this method was seen and practiced by the whole community, learned naturally over a lifetime. This aspect has largely been lost, yet you can rediscover it with us at LTM. Think of these as the wisdom of your grandmother, the support of your aunt, the encouragement of your best friend. Celebrate undertaking a journey where caregivers and babies learn and discover together.

Tradizionalmente questo metodo è stato visto e praticato da sempre e per secoli, i bimbi hanno sempre imparato naturalmente nel corso della loro vita senza dover vivere con un panno sporco contro la loro pelle. Sfortunatamente l'aspetto di communicazione tra mamma e bimbo è stato in gran parte perduto ma è possibile ritrovarlo e incoraggiarlo. Pensate a questi come la saggezza di tua nonna, il supporto di tua zia, l'incoraggiamento della tua migliore amica. Festeggia  e vieni al nostro corso di Loving the Mother ad intraprendere un viaggio in cui caregivers e neonati impararano a communicare e scoprire insieme.

or call Giuditta for a consultation

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Terminal Uniqueness – How It Affects Pregnancy

6/1/2014

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“Always remember you’re unique, just like everyone else.”  Alison Boulter

Each individual is unique in many ways. However, sometimes this feeling of specialness can get in the way of an honest, fulfilled, and shared life. Believing in their uniqueness can prevent people from seeing the reality of their situation and can become a form of denial. Take, for example, the cigarette smoker who is able to continue his habit even though he knows the statistics of smoke-related lung cancer. Some smokers console themselves with the idea that: It will never happen to me! I’m different. Others declare: I don’t want to think about it right on. I just want to enjoy my smoke. This is a dangerous way of thinking. Yet, it is, unfortunately, all too common. This attitude is known as terminal uniqueness.

The term “terminal uniqueness” has been used often in the world of addiction. Substance abusers feel they can indulge in most dangerous behaviors and nothing will ever happen to them. Codependents who isolate from the world feel that the abuse they have endured or are experiencing is unique. They fear that most people will not understand them or, worse, ridicule them. Ashamed, they would rather isolate than share their histories for fear of rejection and/or judgment.  Frequently, in recovery,  the addict and the codependent come to realize that they are children living in a grownup body, who for whatever reason, failed to mature.

TERMINAL UNIQUENESS PRESENT DURING PREGNANCY AND BIRTH.One example of terminal uniqueness in pregnancy is a woman who believes that she is so special that she doesn’t need, or should not have to do the work of child birthing. She is too comfortable in her life, and thinks that the concept of “labor” is for the masses, not for the exclusive or the elite.  These women have even been given a nick name: too posh to push.

Once, a woman came to me to discuss my postpartum services.  When I asked her about the upcoming birth she nervously chuckled and told me that she had chosen an elective cesarean birth. She said, “I just don’t have time for an unpredictable labor, and all that mess I hear comes with it. Besides, I am doing all the work in carrying this child already. Look what it has done to my body! I need and want to schedule when to get this baby out,” and, she continued with a wink, “I definitely don’t want to stretch down there.”

 We spent some time talking about what was really behind her decision and came to realize that her “posh” attitude was hiding is fear. She feared not being good enough to labor and deliver a child. She was terrified of pain. No one had told her about the consequences nor the pain related to cesarean births. She was afraid that she would be judged harshly by her friends and family, who all seemed to have chosen the cesarean route and even suggested the perfect OBGYN who would absolutely never question her choice. She was scared of losing a perfect façade or body image in front of her partner. Finally she talked about the horror stories of birth shared in the media. A proper woman would not scream, insult the doctor, and even poop in public! She could not see herself going through a vaginal birth. To her, it sounded too animal, raw, scary and out of control. She believed that she was so unique that even Mother Nature’s design did not apply to her.

Terminal uniqueness knows no socio-economic bounds.  Women, who are survivors of abuse, molestation, or rape, may fall into the terminal uniqueness category as well. They may think: “Nobody can help me. I’m too messed up. You could never understand what I’ve been through.” “I am so ashamed of my past I do not want to talk abouy iy and mix pregnancy and childbirth, with any horrible memories”

We can’t stress enough the need for women who are survivors to seek the help of professionals, especially during pregnancy, and share their past experiences with their care provider. A pregnant woman needs to choose a provider whom she can trust, someone upon whom she can rely, someone who will understand her during the process. Doulas can be instrumental in such cases. They usually spend more time with the mother-to-be during labor than the average care provider. Thus, they can accompany her on her journey, especially at the hospital, by being the constant, trustworthy companion at her side. Failing recognizing the correlation between abusive experiences and the upcoming childbirth can lead to complications and unnecessary medical interventions. Women who believe that nobody in the world has ever had problems as bad as theirs, sins as unforgivable, or circumstances as unusually grotesque,  may be afraid of their own past, of what people would think if they only knew. They obsess about how others would react, judge, or worse pity them. A client told me, while we were walking around during her early labor, “I’ve survived the worst all alone, so I’d pledged do this the same way.”During active labor and transition she deeply isolated and checked out. This had been her way of surviving the abuse. It took nearly two hours for her to come back after the delivery. At first, she was unable to hold her child to her chest as she was literally no longer in her body. Her hands had no strength. Her gaze was far away. Luckily, I had talked to the lovely nurse who was helping us. She assisted by holding the child onto the mother’s chest as I slowly accompanied my client back to reality, encouraging her to step into the present and into motherhood.

Experts say it’s increasingly clear that traumatic feelings often resurface when a woman is pregnant. Jody, a doctoral candidate in the Faculty of Health Sciences, from safepasssage.info (a site created by abuse counselors who have specific skills and knowledge related to supporting women survivors of abuse through the childbearing year) writes, “…a woman may be expressing extreme pain early in labor not due to her ‘inability to cope’ but because she is being triggered by the pain of remembering an earlier incident of violence or abuse…For some women, it can be the case that they are having a ‘body memory’ of the abuse. They may say or do things that seem displaced. For instance she may say something like, ‘make him stop’, when no one is touching her. She may express what seems to be an extreme need for control in the birthing room, wanting to know who is coming and going, and who is doing what, and when they are going to do it. While all women are entitled to fully informed choices (not just informed consent), it is particularly essential for a woman survivor to know why something is being suggested and to have her choice, if possible, of who provides the intervention.”

Sharing your history and getting the help you need can make a huge difference to the outcome of your birth. Terminal uniqueness stems from fear. Fear creates defensiveness, resentment, and separation. Fear often masks itself in independence, freedom, and autonomy. We end up feeling alone and unsupported without knowing why. What we perceive as strength becomes a barrier to true freedom.

But those suffering from terminal uniqueness are not limited to the too posh, or to the survivors. Other symptoms of this condition can be the need for too much control or its opposite: no personal boundaries.

THE DANGERS OF TERMINAL UNIQUENESSWe called it terminal uniqueness because this way of thinking can be dangerous in a number of ways:

  • Terminal uniqueness allows people to ignore the likely consequences of their actions.
  • Terminal uniqueness provides a false sense of security.
  • Terminal uniqueness divides the world into me and them.
  • Terminal uniqueness leads to the individual’s thinking that she is either worse off than everyone else or that she is better than everyone else.
  • Terminal uniqueness prevents her from seeking help for her problems.
  • Terminal uniqueness can be a huge barrier to communication.
  • Terminal uniqueness leads to feelings of loneliness and desperation.
  • Terminal uniqueness can lead to making decisions against your own true desires
And in pregnancy:

Terminal uniqueness can lead to unnecessary medical interventions, such as induction, augmentation, opiate administration, or cesarean sections.

If an individual views herself as a special case, she will not be able to reach out and embrace her authentic self. She is limited by her sense of uniqueness.

While it is true that living successful and fulfilling lives often means moving out of the mainstream, it is equally true that distancing ourselves from our fellow humans –physically, mentally, or emotionally–can have a negative effect on the quality of our lives.

Each of us is a special and unique individual. We are also members of the marvelous community of human beings, alike in many ways. Too often, we remove ourselves from this energizing unity of souls because we are afraid: afraid we will be hurt; afraid we won’t measure up; afraid we’ll fail; afraid we’ll be viewed as weak or damaged goods.

While people are unique, they also have a lot in common. Our similarities are what bring us together, allowing us to benefit from each other. We don’t have to discover everything for ourselves. We don’t have to make every mistake personally in order to learn from them.  Accepting such similarities doesn’t mean giving up our individuality. It means benefiting from our similarities.

I once suffered from terminal uniqueness. I struggled with the need to be unique for a long, long time. Growing up during the feminist revolution in a culture where women were not highly regarded, I had to fight for my right to be different. I had to be as strong and as  independent as a man to be noticed, to feel I existed.  Because I felt so insecure about my strengths I felt I had to be better than others. I became great at handling crises. To demonstrate this greatness, however, I had to create a great deal of crises in my life!

To prove myself, to show the world how different and special I was, to convince others of how strong and independent I was, I filled my life with dramatic events (some real and some invented) that were hugely self-destructive. I was determined to be unique. I craved and immersed myself in drama so I could emerge victorious—the heroine of the situation.

I devised a code to keep control over my life and, of course, the lives of others. This code, born in my childhood and designed for my own personal safety, was so strict that if you did not behave accordingly you were not worthy of my friendship, attention, love, or companionship. At times, I even had a script you needed to follow. Of course the script existed in my head. Others around me were simply supposed to know it. Nevertheless, if you strayed from it I would feel abandoned, and misunderstood. I would fail to listen to what actually you were telling me. My focus was on catching you breaking my code. I believed in this code. It was all about integrity, loyalty, sincerity, and authenticity. I was righteously indignant with myself and all others who broke the code. I enforced this code until my group of friends became so small I had alienated many people. Most of all, I had alienated myself.  The rules were so strict that I had omitted compassion.  I punished myself when I did not live by my code and punished everyone else as well.   The specific rules by which I wanted to live further separated me from everyone else. I persisted with this code until I woke up one morning, looked into the mirror and realized that the woman staring back at me—was a  lonely terminally unique woman.

Don’t get me wrong! I know I am unique in many ways, and for that I am grateful. But, by recognizing the similarities I share with others, I’m more able to understand them, help them, and learn from them. When we view ourselves as completely unique, we do one of two things:

  • We compare ourselves with others. By separating myself from others with an unrealistic view of uniqueness, I’m placing myself above or below them… “I’m better than…” or “I’m worse than…”
  • Or, we find ourselves attached to the past, what we wish it was, or the future what we think/wish it should be and we lose the moment, the here and now – what actually is.
By learning to accept ourselves completely, we no longer need to compare ourselves to others.  Real life happens in the moment. One of the most valuable lessons in learning how to be happy is becoming content with yourself at any given moment.

Terminal uniqueness is a fatal condition for souls. It destroys the possibility of having the life we really want. It separates us from the energy, from a support system, and from the community of people around us. It is born of fear rather than passion.  The results can be terminal.

I am in no way encouraging you to simply become one of the masses, giving up the qualities that make you unique. I am inviting you to allow those qualities to connect you to other human beings rather than distancing yourself from them.

Both our similarities and our differences give us strength. The trick to having success, freedom, and joy in our lives is to embrace both, in ourselves as well as in others.

The idea that a problem we face is so unique that no one else has endured anything similar is ridiculous. If we focus only on how we are different from others, we segregate ourselves, thus losing our ability to learn from others. The irony is that, in our society, if you don’t compare yourself to any other person and if you live in the moment you will be unique. Yet, you will have mastered the art of being one with everyone else, blending in in this wonderful world of ours in the sea of humanity, as unique as a drop of water which contains, in itself, the entire ocean. Each individual is indispensable. Each of us is unique, and beautiful, as intricate as a snow crystal. Yet, together, we are each part of the fabric that makes up our awesome universe.


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    We are womb loving people making a change one birth, book, and workshop at the time.
    _________________

    Noi siamo le amanti del grembo di donna - Nel nostro grembo non diamo solo alla luce bambini ma anche nuove espressioni di noi stesse come mamme, mogli, amiche, sorelle, e operatrici della luce. Li nel nostro grembo, possiamo mettere qualsiasi seme come quello dell'abbondanza, della fruttuosità, dell'immaginazione, facendo nascere i nostri desideri e sogni nel mondo reale. Annaffiamo tutto con una buon dose di ossitocina creata dal nostro incontro tra donne, amiche, sorelle, e madri. I nostri corsi avvicinano donne da tutto il mondo, la nostra missione e di condividere e accendere l'amore per il grembo di donna e per accomganare le nuove mamme in un percorso di nascita gentile e gioiosa. 

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