di Giuditta Tornetta
In questi ultimi mesi ho ricevuto una grande lezione a proposito dei miei confini personali. Ho lavorato molto per creare dei solidi confini tra la mia vita privata ed il lavoro, nella mia attività di doula succede spesso di voler dare sempre di più, fino ad arrivare al completo sfinimento. Penso sia la natura di questo lavoro, dopotutto si tratta di una neomamma e del suo neonato che hanno bisogno di me. Ma una doula esausta non è di aiuto per nessuno ed oltretutto si può anche ammalare facilmente se non si prende cura di sé. Alla parola doula puoi sostituire : mamma, nonna, moglie, papà, insomma chiunque. Ho scoperto che quando provo a far rispettare i miei confini oppure cerco di crearne dei nuovi, a molte persone questa cosa non piace. Tutti desideriamo amore, apprezzamento ed approvazione e quando scelgo di non implementare i miei limiti vedo che questo spesso suscita negli altri un senso di abbandono che mi porta ad interrogarmi sulle mie scelte. Tuttavia, quando riesco a rispettarli sono soddisfatta di me stessa e della qualità del mio lavoro e sento che è come un dono per la nuova famiglia. La verità è che se non definiamo i nostri confini e se non chiediamo che vengano rispettatati allora la vita può diventare piuttosto difficile ed anche l’autostima ne soffre.
Ma che cosa sono i confini personali? Ecco una definizione che ho trovato in un dizionario: i confini personali sono linee guida, regole o limiti creati da una persona per identificare modelli di comportamento ragionevoli, sicuri ed ammissibili nelle interazioni sociali e le modalità con le quali reagire se questi limiti vengono superati. Detto così sembra abbastanza semplice, ma lo è davvero?
Secondo Nina Brown, autrice di diversi libri sull’argomento , esistono quattro tipi di confini psicologici:
Deboli - Una persona con confini deboli si fonde con i confini delle altre persone ed è facilmente manipolabile.
Rigidi – Una persona con confini rigidi è chiusa e isolata per evitare contatti fisici ed emotivi con gli altri. Questo è spesso il caso di persone che hanno subito abusi fisici, emotivi, psicologici o sessuali. I confini rigidi possono essere selettivi in base al tempo, al luogo o alle circostanze e solitamente si creano sulla base di una precedente brutta esperienza avvenuta in una situazione analoga.
Morbidi - I confini morbidi sono una combinazione di quelli deboli e di quelli rigidi. Permettono un minor contagio emotivo rispetto ai confini deboli, pur non essendo rigidi. Le persone con confini morbidi sono incerte rispetto a cosa accettare e cosa rifiutare.
Flessibili – Sono l’ideale. Simili ai confini rigidi di tipo selettivo, ma in questo caso la persona ha maggiore controllo perché decide cosa accettare e cosa rifiutare, resiste al contagio emotivo, alle manipolazioni e difficilmente si lascia sfruttare.
“Senza confini psichici,” scrive l’autrice, “saremmo come gocce di inchiostro sparse in una pozza d’acqua – facilmente assorbibili dalle definizioni che gli altri creano per noi….Noi abbiamo la libertà di autodefinirci”. [i]
Una delle possibili conseguenze di avere dei sani confini flessibili è che potremmo non piacere più alle persone o meglio ad alcune persone. Il nostro capo potrebbe licenziarci, il nostro partner non amarci più, i nostri amici smettere di cercarci. Tutto ciò sembra spaventoso, ma lo è altrettanto una vita vissuta come uno zerbino e soprattutto, come madri, dobbiamo insegnare ai nostri figli a creare confini per la loro protezione.
Per tastare il polso dei nostri confini può essere utile fare un veloce inventario di noi stesse e delle nostre vite. Pensate a tutte le cose che avete fatto perché vi sono state chieste o suggerite da altri, ma che erano contrarie ai vostri principi o ai vostri valori. Può succedere sia al lavoro che a casa, le persone minano i nostri confini per il loro tornaconto, ma il più delle volte lo fanno inconsciamente e senza malizia. E’ semplicemente il modo in cui hanno vissuto tutta la loro esistenza. Decidendo per gli altri, cercando di salvarli da quella che pensano sia incapacità di prendersi cura di se stessi o di prendere in mano la situazione. Spesso il loro comportamento è rimasto indiscusso così a lungo che hanno dimenticato l’esistenza dei confini altrui. Quindi una mamma che, con le migliori intenzioni, fissa per voi un appuntamento con un dottore “di grande fama” che però scoprite di detestare, si arrabbierà molto se le dite che questo medico proprio non vi piace. Se, dopo anni in cui avete vissuto con questo schema e per non litigare, decidete semplicemente di mettere a repentaglio i vostri desideri e rimanete con questo dottore per compiacere vostra madre, rinunciate al fondamentale diritto umano di avere quello che meritate e desiderate per voi stesse.
Una volta ho avuto come cliente una donna d’affari molto importante, a capo di una grande azienda con centinaia di dipendenti che riferivano direttamente a lei. Prima di assumere un nuovo dipendente controllava meticolosamente tutte le referenze, prima di dare nuove responsabilità ad un candidato lo intervistava in maniera approfondita, e sapeva esattamente cosa dire e cosa fare se qualcuno tentava di usurpare la sua competenza. Se assumeva una persona era importante che questa non solo avesse le qualifiche giuste, ma che riuscisse anche a lavorare bene con tutto il team per arrivare al successo e realizzare un lavoro fatto a dovere. Tuttavia, dopo aver frettolosamente accettato il consiglio di sua madre e scelto un medico per la gravidanza ed il successivo parto, e dopo aver realizzato che non condivideva le modalità di procedere di questo medico, si dimenticò chi era, dimenticò tutto il suo potere ed affidò il suo corpo, la sua gravidanza ed il suo bambino a questa figura che percepiva come una autorità perché, e lo sento dire spesso : “Non mi deve piacere il mio medico, l’importante è che sia un bravo medico” .
Ci sono moltissimi dottori bravi e potete sicuramente trovarne uno che vi fa piacere vedere tutti i mesi o tutte le settimane piuttosto che uno con cui vi sentite a disagio o peggio ancora vi intimidisce durante ogni visita. Oltretutto la relazione che avete con il vostro medico verrà percepita dal vostro bambino ed influenzerà la sua nascita. Sappiamo che il modo in cui si nasce può influenzare una persona psicologicamente, emotivamente e spiritualmente per il resto della sua vita. Pensate alla definizione di confini rigidi e notate come questi derivino da un qualche tipo di trauma psicologico. Un parto inconscio o uno in cui un medico agisce in base a opinioni e preferenze personali può essere una esperienza traumatica per molte donne, ma anche per i babmini.
Volete sapere cosa è successo a quella donna potente? Rinunciò al suo potere in favore di sua madre ed nel nome di una cosiddetta pace. Disse che lavorava così tanto tutto il giorno da non avere l’energia di tornare a casa e sentire sua madre lamentarsi perché aveva cambiato medico. Un modello di vita in cui i confini sono stati ripetutamente calpestati hanno fatto di lei Dr. Jekyll e Mr. Hyde: sicura, professionale e forse rigida al lavoro e morbida a casa.
I confini possono essere calpestati anche in maniera più impercettibile. Avete mai notato come le persone negative che si lamentano sempre finiscono spesso per influenzarci facendoci vedere tutto solo da un punto di vista negativo? Il nostro modo di pensare può essere condizionato e, attraverso la manipolazione psicologica, una persona può essere portata a sviluppare un modello di pensiero negativo, a vedere solo il lato negativo delle cose e ad aspettarsi il peggio invece di mantenere una mente aperta e positiva. Per esempio, succede spesso che quando mostrate orgogliosamente il vostro pancione diventate subito un facile bersaglio per amici, parenti e addirittura sconosciuti incontrati al supermercato che improvvisamente cominceranno a raccontarvi tragiche storie sul parto.
Per verificare se avete o meno dei confini personali dovete partire alla scoperta di voi stesse e osservare la consapevolezza con cui agite e prendete le vostre decisioni tutti i giorni. Dovete chiedere a voi stesse perché fate o pensate una certa cosa in un determinate momento. Sembra una cosa piuttosto difficile, ma dopotutto da qualche parte bisogna pur cominciare per riuscire a crescere, quindi facciamo un piccolo passo alla volta.
Quali sono I vostri confini? Pensate di averne? Quando e come li ponete in atto nella vostra vita di tutti i giorni? Lasciate che vi indichi alcuni semplici modi con i quali potete verificare quali siano i vostri confini e capire dove si trovino. Questi tre passi e gli esercizi successivi si ispirano ai Nove Diritti Umani Fondamentali che sono descritti molto più dettagliatamente nel mio libro intitolato Painless Childbirth:
- INFLUENZE: Riflettete sul modo di agire della vostra famiglia o della vostra comunità; è in conflitto con i vostri desideri o con quello in cui credete? Siete mai state incoraggiate dalla famiglia, dalla comunità o dall’ambiente sociale a modificare il vostro comportamento, il vostro modo di essere o i vostri valori per conformarvi a ciò che loro ritenevano fosse la norma? Esempio: una cliente mi parlò della sua decisione di optare per un parto cesareo programmato. Mi disse: Il mio primo parto è stato naturale, la mia doula è arrivata mentre ero già in travaglio e con lei ho camminato, fatto movimento, e ho fatto diverse docce. Poi sono caduta nella doccia ed ho battuto la testa piuttosto forte, mio marito e la doula sono arrivati subito in mio soccorso e mi hanno immediatamente riportata a letto. Entrambi sono stati davvero affettuosi e premurosi e continuavano a dirmi quanto erano orgogliosi di me, ma invece io pensavo che fosse tutto una vera follia, non volevo che fosse così, volevo solo che il dolore scomparisse SUBITO. Una volta in macchina e sulla strada per l’ospedale ho cercato di interpretare per mio marito la parte della perfetta moglie che desidera un parto naturale. Il parto mi ha procurato una lacerazione che è stata poi ricucita senza che mi venisse somministrato nessun antidolorifico. HO ODIATO TUTTO QUANTO. Avevo assunto una doula e fatto tutto questo perché le persone che mi circondavano mi avevano detto che era il modo migliore per avere un bambino, ma non era il modo giusto per me. Adesso voglio programmare un parto cesareo, ma ho paura di quello che gli altri penseranno di me. Anche se forse per motli il parto cesareo non e’ ideale e’ importante per una donna sapere che la propria decisione e’ cio’ che importa. Una nascita naturale odiata e molto peggio che un cesareo per sia la madre che il bambino. Invece di focalizzarci sulla nascita insieme abbiamo deciso di esplorare I suoi sentimenti sui suoi confine personali e su che cosa era successo in quella nasciata e da dove nasceva l’odio della memoria. Abbiamo lavorato insieme usando l’ipnosi per settimane e finalmente la cliente a deciso di avenere un parto naturale non perche’ glielo era imposto ma perche era il suo desiderio.
CHE FARE: La pressione dell’ambiente sociale è qualcosa che tutti abbiamo sperimentato ad un certo punto della nostra vita. Le pressioni possono arrivare dalla comunità, dagli amici ed anche dal partner. Per compiacere o per essere accettate da un gruppo forse abbiamo fatto o continuiamo a fare cose che non sono in linea con i nostri desideri. Riuscire a gestire bene le pressioni dipende molto da come ci sentiamo e dal posto che pensiamo di occupare nel mondo. Pensate che in questo mondo avete diritto di avere ciò che vi spetta e ciò che desiderate? Avete paura che le vostre opinioni, se troppo diverse da quelli che vi circondano, vi conducano all’esclusione e all’isolamento? Primo di tutto è molto importante conoscere ciò di cui abbiamo bisogno. Una volta che abbiamo le idee chiare è solo questione di non permettere agli altri di allontanarci dalle nostre posizioni. Non abbiate mai paura di parlare apertamente e di dire quali sono i vostri confini. All’inizio questo verrà accolto con reazioni diverse, alcune persone cercheranno di non darvi troppa importanza mentre altre si arrabbieranno, ma alla fine vi sorprenderà quanto la maggior parte della gente rispetta i confini altrui una volta che ne conosce l’esistenza.
- SENTIMENTI: Pensate alla vostra infanzia e cercate di ricordare i momenti ed I luoghi in cui i vostri sentimenti sono stati ignorati o calpestati. Esempio: una cliente è venuta da me dopo aver programmato un parto vaginale post cesareo ed io le ho domandato cosa aveva sentito durante il suo primo travaglio. Lei mi ha detto, “Indipendentemente da quello che succedeva nella mia vita mia madre mi ha sempre detto come mi dovevo sentire, riesco ancora a sentirla mentre mi dice, “Non c’è bisogno di piangere, non arrabbiarti per una cosa così sciocca, perché non sei felice, dovresti essere riconoscente.” Era come se io non avessi diritto ad avere dei sentimenti tutti miei. Così ho cominciato a rivolgermi a lei per sapere come mi dovevo sentire. Durante il travaglio non mi sono nemmeno resa conto di aver scelto come medico una donna piuttosto risoluta e continuavo a guardarla per capire come avrei dovuto sentirmi. Alla fine lei ha preso tutte le decisioni, ha detto che il mio travaglio stava andando troppo per le lunghe, il mio bambino era sicuramente troppo grosso ed era necessario un cesareo. Sapevo che non era la cosa giusta per me, ero in travaglio da appena dieci ore e mi sentivo bene, ma le ho creduto quando mi ha detto che ormai ero troppo stanca per partorire naturalmente ed era chiaro che volevo che il bambino uscisse al più presto. Così le ho dato ragione ed ho fatto un cesareo, alla nascita il mio bambino pesava 3,5kg ed era perfettamente sano. Lei lo guardò un momento e disse che era un bambino pigro perché si era addormentato anziché attaccarsi subito al seno. Non posso dire di avere un bel ricordo del primo respiro di mio figlio.
CHE FARE: Qualche volta le persone non si rendono conto di oltrepassare i vostri confini quando provano a dirvi come vi dovreste o non vi dovreste sentire. Molte mamme non si rendono proprio conto di farlo, perché pensano di agire per il meglio e nel vostro più completo interesse. Dipende da noi capire che così potremmo restare intrappolate in un tipico schema in cui sono le altre persone a dirci come ci dobbiamo sentire, invece di deciderlo da sole. Bisogna uscire da questo schema. Prima di tutto dobbiamo capire come ci sentiamo realmente. Sembra semplice, ma se abbiamo sempre demandato questo compito a qualcun’altro bisogna prima lavorarci un po’. Incominciamo con esprimere sinceramente i nostri sentimenti anche se sono di confusione o di semplice malessere senza capire bene da dove viene. Al momento giusto, quando qualcosa ci suscita sentimenti spiacevoli, dobbiamo parlare chiaro e dire cosa proviamo veramente. Anche solo un semplice “ahi!” detto nel momento in cui qualcuno ci ferisce può essere un modo di cominciare ad esprimere i nostri sentimenti in maniera non aggressiva. Potete esprimervi in modo sincero ed onesto mantenendo le vostre relazioni e cominciando a conoscere chi vi circonda.
- SE STESSI: Pensate a come vi sentite a proposito di voi stesse. Molte persone pensano di non avere il diritto di creare dei confini. La bassa autostima non permette loro di avere una opinione o di prendere una decisione. Di solito si nascondono dietro frasi come, “Tutto quello che decidi per me va bene. Se il dottore pensa sia giusto procedere in questo modo allora dobbiamo dargli retta” e “Non preoccuparti per me perché l’unica cosa importante è che il bambino stia bene”. Un modo divertente per misurare la vostra autostima è fare il quiz qui sotto in maniera sincera. Rispondete alle domande che seguono con vero o falso:
- Gli altri non stanno meglio di me e non sono più fortunate di me
- Mi accetto per come sono e sono soddisfatta di me stessa
- Mi piace socializzare
- Merito amore e rispetto
- Mi sento utile e apprezzata
- Non ho bisogno che gli altri mi dicano che ho fatto un buon lavoro
- Essere me stessa è importante
- Faccio amicizia facilmente
- So accettare le critiche senza abbattermi
- Ammetto apertamente I miei errori
- Non nascondo mai i miei veri sentimenti
- Parlo sempre apertamente ed esprimo le mie opinioni
- Sono una persona felice e spensierata
- Non mi preoccupa che cosa pensano gli altri delle mie opinioni
- Non ho bisogno della approvazione degli altri per stare bene
- Non mi sento in colpa quando faccio o dico quello che voglio
15-16 Punti – Hai un livello di autostima molto alto!
12-14 Punti – Non male, ma puoi migliorare
8-11 Punti – La bassa autostima ti tiene a freno
Sotto 8 Punti – La tua autostima è troppo bassa!
COSA FARE: Per costruire la vostra autostima ed il vostro diritto ad avere ciò che meritate e desiderate cominciate dalle piccole cose. Ripensate a tutti i vostri successi e fate una collezione di cimeli che ricordano ciò che avete realizzato in passato e di cui andate fiere ( potete usare le fotografie di un saggio della vostra infanzia, un trofeo vinto a una gara scolastica, il biglietto da visita di un lavoro che vi è piaciuto fare, un bel tema che avete fatto a scuola. Non ditemi che non vi viene in mente niente… ci deve essere qualcosa, anche la cosa più piccola è importante.) Dopodiché fate qualcosa che vi riesce subito e bene. Realizzare piccoli successi ci da lo slancio per avere più fiducia nelle nostre capacità. Fate una lista di cose che volete portare a termine giorno per giorno. Ogni attività portata a compimento, non importa quanto piccola, è un mattoncino per costruire una maggiore fiducia in voi stesse. Create dentro di voi l’immagine della persona disinvolta e sicura di sé che aspirate a diventare. Fate qualcosa che vi spaventa, anche se si tratta semplicemente di parlare con degli sconosciuti in fila alla cassa. In questo modo riuscirete a parlare più facilmente con le chiunque in ospedale. Fate qualcosa in cui siete brave. Datevi degli obiettivi, a breve e lunga scadenza. Se oggi il vostro obiettivo è fare il bucato e una passeggiata e riuscite a realizzarlo, vi sentirete meglio con voi stesse. Attente a non strafare perché c’è il rischio di fallire. INIZIATE DALLE PICCOLE COSE.
Aiutate gli altri. Se aiutate le altre persone a stare meglio e ad apprezzarsi di più, anche voi starete meglio. Scrivete affermazioni positive su di voi e ripetetele, magari davanti a uno specchio, difficile ma molto efficace. Ultimo ma non meno importante: smettete di paragonarvi agli altri. La bassa autostima ha origine dalla sensazione di essere inferiori.
Questi sono solo tre piccoli passi per cominciare a costruire confini più forti ed una maggiore autostima. Creare i confini è fondamentale per imparare a comunicare in modo onesto e sincero. Non è possibile costruire un sana relazione con una persona che non ha confini, che non sa comunicare in maniera diretta e onesta: specialmente se quella persona siete voi. Imparare a creare i confini è un passo necessario per essere in amicizia con noi stesse. Dobbiamo garantirci cure e protezione quando è necessario. E 'impossibile imparare ad amarsi senza conoscere i nostri diritti e doveri come co-creatori della nostra vita. Dobbiamo essere in grado di dire alle altre persone quando i loro comportamenti non sono tollerabili e dobbiamo, con il nostro esempio, insegnare ai nostri figli
[i] Brown, Nina W., Coping With Infuriating, Mean, Critical People - The Destructive Narcissistic Pattern 2006.